Roberta Pezzella
L’Arcimboldo magazine online, prende il nome dal pittore del ‘500 Giuseppe Arcimboldo poiché l’artista realizzò le famose “Teste Composte”, dipinti che rivelavano una figura umana mettendo insieme tra loro prodotti ortofrutticoli, pesci e prodotti di cucina.
” L’Arcimboldo d’Oro ” ovvero la statuina dorata dalla forma moderna e stilizzata, creata dal 3D Artist Francesco Conte esperto in lighting e look dev www.frankwy.com , nasce per premiare gli Artisti del Gusto, in Italia e all’estero, cioè coloro i quali che con la loro professione e suddivisi per categorie peculiari, rispondono ai seguenti requisiti nell’ambito enogastronomico:“Artisti del Gusto, custodi e ambasciatori di arti antiche, capaci di saper narrare la storia, di comunicare la cultura del proprio territorio, guardando al futuro e restando al passo con i tempi e le tendenze, con unicità e capacità emozionale”.
L’Arcimboldo d’Oro, inoltre equivale al simbolo del Pennello d’Oro, utilizzato dagli artisti per creare le proprie opere.
Dopo una serie di valutazioni da parte di professionisti della comunicazione e dell’ambito gastronomico, meritevoli Artisti del gusto sono entrati a far parte della guida de L’Arcimboldo con l’assegnazione da uno a tre pennelli d’Oro e durante l’evento di premiazione al Grand Hotel Capodimonte ha ricevuto la nomina della prestigiosa targa che riporta i pennelli d’Oro assegnati.
Roberta Pezzella è nella Guida 2025 de L’Arcimboldo con l’assegnazione di 3 pennelli nella categoria Artista Espressionista.
La panificatrice “ribelle” del panorama italiano, come lei stessa ama definirsi per il suo carattere non convenzionale e per un iter tutt’altro che lineare.
La globe trotter della panificazione torna nella città natale con questo progetto imprenditoriale tutto suo ed ha scelto di mettere il pane non solo al centro della sua tavola ma di farlo diventare il centro della sua vita. La giovane artigiana incarna una nuova generazione di fornai, quella di chi ha saputo rendere pop un mestiere antico prediligendo un pane da taglio di grandi dimensioni, il filone , quello che per lei, più di tutti gli altri tipi, ricorda il sapore di una volta , profumato e fragrante.
Roberta Pezzella inizia a muovere i primi passi nel mondo della gastronomia nel 2007 quando suo zio Silvio le regalò il corso Professione Cuoco della Scuola del Gambero Rosso di Roma e lei si trasferì nella Capitale dove ebbe i primi fortunati incontri. Prima i weekend al Tordomatto da Adriano Baldassarre poi la chiamata di Heinz Beck per entrare a La Pergola come stagista: sembra che lei andasse più veloce del mondo, non voleva perdere altro tempo e dopo 6 mesi aveva un contratto in mano. Nella cucina dell’unico tristellato romano si occupava della linea di pasticceria ma cominciava già a coltivare l’amore per la panificazione. Durante questo periodo, infatti, nel suo unico giorno libero della settimana, come nel resto delle altre mattine, prima di attaccare il suo turno a La Pergola andava da Bonci per le prove di panificazione.
Dopo circa un anno e mezzo di stop in Pergola, rientrò in brigata con un unico obiettivo: firmare il cestino del pane. Una scuola di vita durata 8 anni a cui seguì la collaborazione ufficiale con Gabriele Bonci e il disegno del suo attuale logo, la ranocchia, un regalo simbolico quanto centrale per la carriera di Roberta da parte del “re della pizza in teglia” che ha definito la vera identità della panificatrice ribelle alias “rana ribelle” come la conosciamo oggi. Una visione d’insieme che hanno condiviso per circa 3 anni come hanno avuto in comune lo stesso mentor, Franco Palermo, per Roberta vero maestro del pane a lievitazione naturale. Poi Germania, Danimarca e San Francisco per affinare nuove tecniche di fabbricazione del pane fino a codificare un suo metodo, il Metodo Pezz che semplifica la gestione del lievito madre e il suo approccio alla panificazione.
A caratterizzare la nuova insegna nella provincia ciociara l’ artigianalità e il ritorno alle origini. Fin dalle prime luci del mattino Roberta si occuperà di sfornare i lievitati per la prima colazione ei filoni di diverse dimensioni muovendosi nel suo habitat naturale che lei stessa ha disegnato. Con un laboratorio a vista e un ricco bancone espositivo, sarà sempre un contatto con il pubblico per poter raccontare l’intera filiera, prestando un’attenzione particolare al biologico: dai prodotti del territorio ai suoi fornitori di fiducia, come Molino Bongiovanni o Pasini per le farine, e l’olio Evo di Flaminio. Sempre disponibili in bottega 4 o 5 tipi di pane, partendo sempre da una miscela di tenero partendo da una tipo 1 e tipo 2 integrale, poi segale e monococco in purezza. Tra le referenze pane comune (Filove dedicato al suo grande amico Matteo Filone),segale in purezza (per Franco Palermo), pane al farro monococco (per Gabriele Bonci), pane di semi e integrale .
Per una buona e sana merenda non mancherà la pizza alla pala declinata al momento in due tipologie, bianca e rossa. A valorizzare Pezz De Pan anche una produzione dolce in cui non utilizza farina di grano tenero bensì segale o altre vecchie varietà, deboli, macinate a pietra e biologiche. Per realizzare questi prodotti Roberta si è ispirata alla sua esperienza personale, riproducendo i dolci più buoni assaggiati da stimati colleghi in giro per l’Italia e omaggiando questi grandi professionisti attribuendo alla sua creazione il nome del posto in cui ha mangiato proprio quella specialità. Per la prima colazione saranno, inoltre, disponibili altri prodotti da dispensa come biscotti e crostate di farro monococco, pasta sfoglia inversa, plumcake da colazione, torte da forno tradizionali, come ricotta e visciole, cheesecake, ciambellone, torta di mele, torta sacher, cornetti, saccottini, veneziane e le box bambini per merende dolci salutari e di qualità oltre agli immancabili grandi lievitati delle feste.
Roberta è attualmente docente dei corsi di panificazione di San Patrignano ed è schierata in prima linea al fianco dell’ABA , Associazione Anoressia e Bulimia in Italia, un approccio empatico grazie a cui lei stessa ha preso confidenza con la malattia con cui contrasta da più di 20 anni.