L’ARCIMBOLDO D’ORO 2024 AL GRAN CAFFE’ GAMBRINUS
L’Arcimboldo magazine online, prende il nome dal pittore del ‘500 Giuseppe Arcimboldo poiché l’artista realizzò le famose “Teste Composte”, dipinti che rivelavano una figura umana mettendo insieme tra loro prodotti ortofrutticoli, pesci e prodotti di cucina.
” L’Arcimboldo d’Oro ” ovvero la statuina dorata dalla forma moderna e stilizzata, creata dal 3D Artist Francesco Conte esperto in lighting e look dev www.frankwy.com , nasce per premiare gli Artisti del Gusto, in Italia e all’estero, cioè coloro i quali che con la loro professione e suddivisi per categorie peculiari, rispondono ai seguenti requisiti nell’ambito enogastronomico:“Artisti del Gusto, custodi e ambasciatori di arti antiche, capaci di saper narrare la storia, di comunicare la cultura del proprio territorio, guardando al futuro e restando al passo con i tempi e le tendenze, con unicità e capacità emozionale”.
L’Arcimboldo d’Oro, inoltre equivale al simbolo del Pennello d’Oro, utilizzato dagli artisti per creare le loro opere.
Dopo una serie di valutazioni da parte di professionisti della comunicazione e dell’ambito gastronomico, meritevoli Artisti del gusto sono entrati a far parte della guida de L’Arcimboldo con l’assegnazione da uno a tre pennelli d’Oro e durante l’evento di premiazione al Teatro Mav di Ercolano e hanno ricevuto la prestigiosa targa che riporta i pennelli d’Oro assegnati.
Il Gran Caffè Gambrinus di Napoli, con il maestro pasticciere Stefano Avellano è stato inserito nella Guida de L’Arcimboldo.
Con l’Unità d’Italia nasce nel capoluogo partenopeo il Gran Caffè Gambrinus, vero e proprio tempio del caffè che affaccia su piazza Plebiscito, guarda Palazzo Reale e allunga l’occhio al Teatro San Carlo.
Fin dal 1860 tappa obbligata di tutti i turisti che arrivano a Napoli, nonché di personaggi famosi, politici e letterati che scelgono il Caffè per i loro incontri.
Chiuso al pubblico nel 1938, perché considerato luogo di ritrovo antifascista, nel dopoguerra vide destinare al Banco di Napoli parte delle sue storiche sale.
Solo agli inizi degli anni settanta il Gambrinus fu rilevato da un imprenditore napoletano, Michele Sergio che con i suoi due figli Arturo ed Antonio e il genero Giuseppe Rosati, ma soprattutto con grande spirito di sacrificio e perseveranza, riportarono il Gran Caffè, con la galleria d’arte e sala da tè, agli antichi splendori.
Oggi il Gran Caffè Gambrinus è uno dei primi dieci Caffè d’Italia, un pezzo di storia di Napoli, tempio del caffè e della migliore pasticceria napoletana.
I decori con marmi di Jenny e Fiore, gli stucchi del Bocchetta, i bassorilievi del Cepparulo, le tappezzerie del Porcelli, gli affreschi dei più importanti paesaggisti napoletani lo rendono da sempre protagonista urbano, politico e morale della città di Napoli: qui D’Annunzio scrisse i versi di “‘A vucchella”; Scarfoglio e Matilde Serao fondarono il quotidiano “Il Mattino”; sedevano Croce, Wilde, Marinetti, Hemingway, Sartre. Durante la Belle Époque si teneva lo spettacolo del Café Chantant e nacque l’usanza del caffè sospeso, per cui a pieno titolo fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.
Oltrepassando la soglia del Gambrinus, inizia la magia dove l’elegante ambientazione Liberty, catapulta inun’atmosfera ricercata d’altri tempi.
Il Gran Caffè Gambrinus offre un vastissimo assortimento di pasticceria tipica napoletana, affiancato da raffinate creazioni di cioccolateria, dai lievitati delle feste e da nuove delizie come il dolce di San Gennaro, il Babà nero e un dolce che nacque a metà anni novanta come augurio di ricostruire il Gambrinus di fine 800′ a cui il Gran Caffè è particolarmente legato “Il dolce sogno di Napoli”, composto da una sfoglia della sfogliatella, babà, crema pasticciera e crema della pastiera. Ed è stato proprio questo dolce ad essere degustato al MAV dopo l’assegnazione de L’Arcimboldo d’Oro.
Il capo pasticciere del Gran Caffè Gambrinus è il maestro pasticciere Stefano Avellano.
Pasticciere quasi per caso, si ritrovò da barista ad apprendista in un laboratorio di pasticceria, da quel momento iniziò ad amare quest’arte bianca, scoprendo le indelebili emozioni che una creazione artigianale di pasticceria può donare, nell’ incantesimo che coniuga, estetica, profumo e gusto.
Formatosi con la pasticceria classica napoletana, ha poi ampliato la sua formazione con creazioni della più moderna arte pasticciera che coniuga colori, sapori e consistenze, frutto di tecniche e tanta creatività.
Massimiliano Rosati porta avanti l’antica tradizione di famiglia, dirigendo egregiamente il Gran Caffè Gambrinus, quel sogno che nonno Michele trasformò in realtà e che grazie a chi ne ha ereditato il testimone, oggi come un tempo lo vede consacrato tra le caffetterie più belle del nostro paese.